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04 Oct 18

Intervista a Federico Valle, partner del dipartimento Corporate milanese di Bird & Bird, studio legale con grande esperienza nella consulenza alle PMI che intraprendono il processo di quotazione in Borsa e di consolidamento del proprio posizionamento internazionale.

Il vostro è uno studio legale con una lunga storia alle spalle. Quali sono i vostri valori e quale il vostro approccio al mercato? Come è cambiato il mondo delle aziende negli anni?

La nostra firm ha una lunga tradizione alle spalle ed è ad oggi protagonista di un processo di decisa crescita sia in Italia sia all'estero. Da alcuni anni il mercato riconosce nei professionisti del nostro studio interlocutori non soltanto preparati nei rispettivi settori di competenza ma anche partners affidabili e competenti per la crescita del proprio business. Ritengo che il principale valore che riusciamo a trasmettere ai nostri clienti sia la passione per quello che facciamo.

Il nostro Studio cerca costantemente di adattarsi alle esigenze del cliente senza mai rinunciare ai valori etici che sono e rimangono alla base della nostra professione. Abbiamo compreso da tempo l'importanza di fattori quali la presenza internazionale, l'organizzazione, l'attenzione quasi maniacale al dettaglio e la profonda conoscenza degli ambiti in cui operiamo.

Per quanto riguarda il mondo aziendale, sicuramente negli ultimi anni abbiamo assistito ad un importante cambiamento dovuto soprattutto alla crisi finanziaria che ha colpito il nostro Paese. Ciò ha determinato certamente una contrazione della spesa delle società per i servizi di consulenza esterna, che ha condotto ad una selezione dei players di mercato. Essere riusciti a crescere in tale contesto è la migliore testimonianza e conferma della qualità dei servizi offerti.

L'economia italiana sta finalmente attraversando una fase di ripresa ma continuano a registrarsi difficoltà di accesso al credito bancario. Quali possono essere delle fonti alternative di finanziamento?

Corretto. Il momento di crescita dell'economia italiana sta camminando fianco a fianco con persistenti resistenze da parte, in particolare, di taluni istituti bancari a concedere credito alle imprese. Questa è certamente una delle ragioni per cui anche il sistema politico del paese è riuscito in parte a sopperire a tale contrazione del credito mediante normative ad-hoc e incentivi di carattere fiscale. Quanto alle fonti alternative di finanziamento alle società, meritano sicuramente menzione - anche con riferimento all'attività svolta dalla nostra firm - i mini-bond, il cui mercato registra un continuo sviluppo. Altrettanto rilevanti e meritevoli di attenzione risultano il project finance, strumenti più sofisticati come le SPAC (Special Purpose Acquisition Company), lo sviluppo di sistemi multilaterali di negoziazione e l'apertura del capitale delle società a investitori professionali, che spesso riescono a stabilizzare l'organizzazione delle società garantendo risorse finanziarie adeguate alla crescita.

Quali sono i vantaggi e i possibili rischi di un processo di quotazione?

Quello della quotazione, sia esso sul mercato regolamentato o su si sistemi multilaterali di negoziazione, è per una società un processo delicato, che produce, ad esito del suo completamento, una serie di effetti di breve, medio e lungo termine, spesso anche "strutturali". Sintetizzando ciò che necessiterebbe certamente di ampie considerazioni, i principali vantaggi della quotazione sono ravvisabili in un più agevole accesso al mercato dei capitali per finanziare i programmi di crescita di una società, nella maggior facilità di emettere taluni strumenti finanziari e di attrarre manager qualificati – che deriva anche da un miglioramento della posizione commerciale della società in seguito alla maggiore visibilità di cui viene a godere – e in una maggiore liquidità per gli azionisti data dalla facilità dello scambio delle azioni della società in parola. Dall'altro lato, i rischi – o gli svantaggi – si possono riscontrare innanzitutto nei maggiori oneri finanziari inerenti la gestione di una società quotata rispetto a quelli riferibili ad una private company, nel fatto che la valorizzazione della società possa non raggiungere le aspettative degli azionisti, nonché nella maggiore rigidità inerente la gestione della società imposta dalle regole di mercato.

Nella foto: Federico Valle

Alla luce dalle sua esperienza, quando è il momento giusto e quali sono le caratteristiche di un'impresa pronta ad un passo importante come la quotazione?

Non credo che esistano degli indicatori certi ai fini dell'individuazione di un momento "giusto" inteso in senso assoluto. Tuttavia, alla luce dell'esperienza professionale sin qui maturata, posso affermare che una società può massimizzare i benefici derivanti da un processo di quotazione quando il mercato di riferimento conferma che il momento di crescita economica che attraversa non è passeggero ma espressione di un trend che può – e deve - durare anche dopo l'IPO; occorre convincere di ciò gli investitori, arrivando così a massimizzare i risultati sia per l'imprenditore che si trova a cedere una porzione della propria partecipazione nella quotanda ai fini della costituzione del c.d. flottante, sia per la società che beneficerà di risorse economiche adeguate al fine di finanziare i propri piani di crescita. Un altro indicatore che consente a un imprenditore avveduto di valutare l'opportunità della quotazione penso sia riferibile alla profonda conoscenza del proprio sistema organizzativo e di governo societario che deve essere in grado di sopportare regole stringenti senza vedere stravolta la propria struttura.

Quali sono le criticità maggiori e come si può fare per massimizzare i vantaggi di un IPO?

Partendo dal presupposto che ciascuna società sia a conoscenza del fatto che quello della quotazione è un percorso molto complesso, ritengo che la maggiore criticità di una IPO risieda nel rischio che le azioni non si valorizzino in maniera allineata con le aspettative e le pretese (se di pretese si può parlare) dell'imprenditore al momento della quotazione. Questa è, peraltro, una delle cause – se non la causa principale – che può portare all'interruzione di una IPO in corso. Un esito del genere, è doveroso precisarlo, non dipende sempre e soltanto dalle caratteristiche intrinseche della società quotanda ma anche dai trend di mercato stesso nel periodo di accesso al mercato. Come massimizzare i vantaggi di una IPO? Sicuramente, e alla luce del fatto che uno dei vantaggi della quotazione è la visibilità di cui la società beneficia sin dal momento della quotazione, la massimizzazione può avvenire qualora la società mantenga le promesse, i progetti ed i piani prospettati in fase di IPO o durante i vari roadshows.

Per le aziende che non sono ancora pronte a confrontarsi con il mercato di capitali qual è il percorso da intraprendere? Ci sono strade alternative o passaggi intermedi che possono essere percorsi?

L'avvicinamento al mercato dei capitali deve essere compiuto in maniera graduale e i passaggi intermedi non sono pochi. Come considerazione generale, guardo con fiducia al momento che stiamo attraversando, in quanto la tendenza vede un importante numero di società interessarsi al mercato, con un crescente numero di PMI che sta avviando il processo di quotazione sia su MTA sia su AIM Italia. Alcuni aspetti da prendere in considerazione, e questo vale per ogni società interessata alla crescita, sono la disposizione all'apertura a cambiamenti culturali e organizzativi, un necessario percorso di sviluppo del rapporto con il sistema bancario e di apertura ai processi di internazionalizzazione. È chiaro che queste buone "intenzioni" devono essere supportate da tendenze e comportamenti virtuosi messi in campo dalla società che aspira ad approcciarsi al mercato di capitali. Il fatto stesso che Elite ponga dei requisiti di ammissione (a livello di fatturato, risultato operativo e utile netto) ne è la dimostrazione.

L’espansione internazionale è un’opportunità strategica che può portare ottimi risultati in termini di crescita alle PMI italiane, sebbene ancora molti  imprenditori non la prendano in considerazione. Quali azioni andrebbero secondo lei messe in campo per spingere una inversione di tendenza?

È corretto, ma è anche vero che da alcuni anni assistiamo a un processo di deciso aumento delle tendenze all'internalizzazione da parte delle PMI italiane. In generale, una percentuale interessante delle aziende italiane che operano a livello locale si sta dimostrando volenterosa a pianificare una espansione all'estero, e allo stesso modo chi ha già compiuto questo passo sta continuando a espandersi. Bisogna comunque valutare che se da un lato è giusto tenere in considerazione l'espansione internazionale come foriera di potenziale espansione in mercati competitivi, dall'altro non poche società ravvisano ostacoli quali, tra i molti, la scarsa conoscenza del mercato cui si aspira o banalmente la mancata conoscenza della lingua del Paese in cui si ipotizza di espandersi o ancora l'incertezza in merito al Paese di provenienza dei dirigenti che sarebbe necessario assoldare. È chiaro che, in ogni caso, è necessario sensibilizzare la componente imprenditoriale italiana all'idea che i passi per l'internazionalizzazione risultano sì onerosi, ma il risultato non è impossibile: alcuni temi in merito a cui una classe commerciale "ambiziosa" deve necessariamente essere preparata sono la profonda conoscenza del mercato in cui espandersi, la disponibilità nei riguardi della trasformazione degli assetti finanziari, organizzativi ed in parte culturali della propria azienda, la consapevolezza dell'essenziale supporto di esperti qualificati, e la delicatezza della scelta delle strategie di entrata nel nuovo mercato.

Nella foto: la sede di Bird & Bird a Milano

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