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30 Nov 17

Intervista a Stefano Tommasi, Vice Presidente e Partner di Innext, società di consulenza Premier Partner di Google Cloud, specializzata in progetti di Change Management e Business Innovation.

Offrite consulenza strategica alle aziende per realizzare piani di crescita per il medio-lungo periodo. Quali sono secondo voi le leve più importanti da muovere?

Sulla base della nostra esperienza, credo che le imprese abbiamo bisogno di delineare una visione chiara di dove andare nel medio-lungo periodo, individuando persone motivate e capaci di realizzarla, insieme ad una struttura solida e allineata.

Per raggiungere questo obiettivo mantenendo la propria identità in un mercato in continua evoluzione, le aziende devo puntare sulle persone che vi lavorano, che rappresentano il loro asset principale, e adottare il giusto atteggiamento per il cambiamento. Devono investire sulle abilità umane e sulle competenze tecniche necessarie per abbracciarlo e trarne risultati tangibili. L’innovazione costante, inoltre, rappresenta un’importante leva su cui lavorare per crescere e restare competitive sul mercato.

Che ruolo ricopre la tecnologia nella moderne strategie aziendali?

Oggi la tecnologia ha un forte impatto sulla nostra quotidianità dentro e fuori l’ufficio, tenendo presente che gli spazi e i tempi lavorativi sono fortemente cambiati rispetto al passato. In ambito aziendale ha aperto opportunità di business prima del tutto inesplorate, diventando il fattore abilitante dell’innovazione e ricoprendo un ruolo primario nelle attuali strategie aziendali volte ad aumentare la produttività e l’efficienza dei propri team di lavoro. Ha inoltre permesso di ripensare, velocizzare ed ottimizzare processi core e non-core. Proprio per questo abbiamo deciso di investire nella Premier Partnership con Google e disporre della migliore piattaforma cloud presente sul mercato oggi.

Quali sono i vantaggi che il digitale può portare nell'organizzazione dei processi interni aziendali e quali invece quelli nella dimensione produttiva (Industria 4.0)?

Come dicevo, grazie all’uso di tecnologie abilitanti come quella cloud, le aziende hanno l’opportunità di snellire e ottimizzare i propri processi. Ad esempio facilitando la comunicazione e la condivisione di informazioni tra le persone (interne ed esterne all’azienda), rendendo i dati sempre disponibili senza particolari vincoli di spazio e tempo e garantendo il rispetto della privacy.

A livello di dimensione produttiva, le aziende beneficiano di maggiore flessibilità ed efficienza derivanti dalla possibilità di raccogliere ed analizzare dati sulle condizioni dei propri impianti. Questo consente loro di migliorare le performance complessive e intervenire in maniera predittiva per evitare eventuali blocchi, malfunzionamenti e i conseguenti costi. Inoltre, le informazioni possono essere rese disponibili in tempo reale e in maniera intuitiva a tutti gli operatori coinvolti nei processi di produzione.

Quanto è importante accompagnare l'innovazione tecnologica con la formazione delle risorse umane?

I progetti di innovazione tecnologica sono molto più che cambiamenti in ambito IT: hanno assunto una valenza sempre più ampia, che coinvolge l’intera organizzazione aziendale.

Ci tengo a sottolineare che le persone sono i principali agenti del cambiamento e solo attraverso un’adozione consapevole della tecnologia è possibile garantire che il percorso intrapreso dall’azienda dia i suoi frutti.

Il nostro compito è quello di definire insieme all’azienda un programma specifico di attività di formazione e di change management, volte a diffondere una rinnovata cultura aziendale e un uso funzionale e strategico degli strumenti implementati.

Quali sono i passaggi necessari per arrivare a creare una presenza all'estero e in base a cosa si sceglie se estendere solo la rete commerciale o portarvi la produzione?

L’internazionalizzazione è un percorso molto delicato che va pianificato adeguatamente attraverso analisi interne ed esterne all’azienda. Internamente, in termini di obiettivi e aspirazioni, competenze e capacità disponibili al fine di garantire la sostenibilità del progetto e la sua crescita nel medio-lungo termine. Esternamente, tramite l’ascolto e l’analisi approfondita del mercato di riferimento per capirne rischi e opportunità esistenti in base ad alcuni fattori come quelli infrastrutturali, il contesto politico, economico e culturale e i principali concorrenti.

In questo momento quali sono per voi i mercati più appetibili per le aziende italiane?

In base alla nostra esperienza, il mercato più appetibile ad oggi è quello cinese. La Cina rappresenta un driver dell’economia mondiale, con un mercato complesso e in costante crescita, a cui le aziende italiane guardano con grandi aspettative e anche con timore.

Le opportunità settoriali sono molteplici: alimenti e bevande, sanitario-farmaceutico, vendite al dettaglio-retail, lusso, protezione ambientale, prodotti chimici e automotive. Qualunque sia il settore, la vera sfida per le nostre realtà è trovare il giusto posizionamento adeguando il proprio modello di business alle peculiarità del mercato caratterizzato, tra l’altro, da un forte sistema di relazioni conosciuto come “guanxi”. Grazie al lavoro del nostro team a Shanghai, da anni aiutiamo le aziende ad identificare e valorizzare i propri punti di forza, puntando sulla qualità e sull’innovazione necessarie per soddisfare le esigenze della crescente classe media cinese. L’Italia costituisce, infatti, anche una piattaforma di accesso al mercato europeo.

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