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Intervista a Germano Grandi, Presidente di Plax, azienda che opera nella lavorazione dei materiali plastici, in particolare per il settore biomedicale. L’azienda ha sede a Zola Predosa in provincia di Bologna e prevede di chiudere il 2017 con un fatturato consolidato di circa 42 milioni di euro, in crescita di 10 milioni rispetto all’anno precedente grazie a un’importante acquisizione nelle Marche ed in Tunisia.
Può descriverci l’identità, la storia e i valori che hanno guidato e guidano l’azienda?
La business idea iniziale era quella di approfittare del grande cambio generazionale in Emilia Romagna e non solo, acquisendo aziende artigianali che trasformavano materie plastiche, in cui la proprietà si ritirava per motivi anagrafici, economicamente sane e con ottimi prodotti nelle quali applicare un metodo di gestione industriale da noi sviluppato. Sono seguite quindi svariate acquisizioni che hanno disegnato l’azienda come è oggi. Nata dall’acquisizione operata nel 1990 della Plaxtiglass srl, azienda fondata nel 1958 che si occupava di trasformazione delle materie plastiche, è poi cresciuta offrendo packaging appositamente studiati all’industria biomedicale dapprima mirandolese (che si stava sviluppando in quel periodo), poi di tutto il mondo occidentale. Le acquisizioni ci hanno aperto a nuovi sbocchi commerciali e sono state il principale traino del nostro sviluppo. In questo ci ha guidato il rispetto di tutte le componenti dell’azienda, primo fra tutti quello della componente umana (impiegati e prestatori di mano d’opera) e dei fornitori.
Qual è la peculiarità dei vostri prodotti / servizi e quali sono le ragioni del loro successo?
La peculiarità dei nostri servizi è sempre stata quella di cercare di essere un partner completo per i nostri clienti in ogni problema che fosse possibile risolvere con un prodotto contenente principalmente plastiche. Il successo della nostra offerta è venuto dalle capacità dei nostri tecnici di risolvere e gestire lo sviluppo di progetti complessi che soddisfacessero le esigenze del cliente con soluzioni chiavi in mano.
Quali sono le strategie di crescita, le sfide e la vostra vision per il futuro?
Il mercato nel quale operiamo è particolarmente ingessato, riteniamo quindi preponderante la crescita per linee esterne, acquisendo aziende che operano nel medesimo settore, sia in Italia che in paesi a basso costo di manodopera. Allo stesso modo cerchiamo di lanciare nuovi prodotti per inserirci in nuove nicchie: abbiamo infatti da poco lanciato un nuovo prodotto per le biopsie che sta riscuotendo un grande interesse e abbiamo già più prenotazioni di quanto possiamo produrre a oggi.
Quanto è strategica per voi l’innovazione?
Per noi l’innovazione è soprattutto organizzativa. Nel processo di acquisizione di altre Pmi, le organizziamo con strutture gestionali simili e replicabili ovunque nel mondo in modo che siano facilmente gestibili da un unico punto di controllo e si riescano a massimizzare le sinergie. Questa propensione all'innovazione è una delle chiavi del nostro successo. A livello operativo non manca poi l’innovazione a livello di prodotto, che sviluppiamo su ogni progetto per andare incontro alle richieste del cliente e individuare soluzioni customizzate.
Cosa vuol dire per voi oggi “internazionalizzazione del business”: export, delocalizzazione, partnership o tutto questo insieme?
L'internazionalizzazione per noi è stata spostare la produzione ad alta intensità di mano d'opera in altri paesi, cercando contemporaneamente di entrare nei mercati locali. Ora abbiamo 4 unità produttive in Italia e 4 all’estero, in Cina, Tunisia e Romania. Qui produciamo per esportare nei mercati principali che assorbono la maggior parte del fatturato ma abbiamo iniziato da subito a operare con clienti locali, anche se in situazioni come quella cinese è molto difficile.
Quali sono i mercati più importanti oggi e quali quelli a cui guardate con maggiore interesse nel medio lungo termine?
I mercati principali in cui operiamo sono quello europeo e statunitense, e nel medio periodo rimarranno questi, ma tramite le controllate in Cina e Tunisia stiamo entrando nei mercati locali che, anche se di dimensioni minori o con forti barriere all’ingresso, presentano buone prospettive.
Qual è stato il momento, l’occasione o il progetto più importante per l’azienda e per il suo consolidamento?
Il momento di svolta in cui abbiamo cambiato marcia è stato il 2015, quando di fatto è nata Plax s.r.l. Con questo progetto abbiamo riunito le tante aziende di nostra proprietà in un’unica entità che contenesse anche le partecipazioni in tutte le controllate estere. Prima ogni azienda aveva i suoi vertici, le sue forze e le sue debolezze; mettendole insieme siamo riusciti a dare una direzione unica e ad aumentare le sinergie. È stata anche una mossa fatta pensando a una futura quotazione in Borsa.
Cosa vuol dire per voi far parte del progetto Elite Growth?
Siamo contentissimi di avere aderito al progetto. Siamo entrati pensando alla quotazione ma da subito abbiamo imparato tantissimo, soprattutto dal punto di vista finanziario che era quello più estraneo alla nostra cultura. É stato molto utile anche il confronto con altre aziende che ci ha fatto crescere molto e insegnato cose che non sapevamo. Per il momento però la quotazione può attendere, prima vogliamo crescere di più.
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