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L'Europa continua a rappresentare un mercato importante capace di attrarre gli investimenti delle multinazionali, nonostante la sua complessità e le incertezze degli ultimi tempi in ambito politico.
Secondo l'ultimo rapporto sugli investimenti esteri diretti (Fdi) stilato da EY nel 2016, gli investitori stranieri hanno avviato il numero record di 5.845 nuovi progetti in Europa, con una crescita dunque del 15%. L'afflusso massiccio di progetti è stato accompagnato da un aumento del 19% di posti di nuovi lavoro creati, che hanno raggiunto quota 259.673. Una crescita del numero di posti di lavoro due volte più grande di quella avvenuta nel 2009 e nel 2010, anni in cui l'Europa era in piena crisi finanziaria.
Il recente aumento degli investimenti diretti stranieri riflette una nuova fiducia nell'Europa ed è indicativo del tanto atteso ritorno alla crescita economica in quasi tutti tutti gli Stati. La capacità dell'Europa di attirare un numero crescente di progetti di conferma inoltre la resistenza del proprio ambiente economico.
Tre paesi dell'Europa occidentale hanno catturato la metà degli IDE europei: Regno Unito, Germania e Francia. Buoni i dati anche per gli investimenti diretti esteri nell'Europa centrale e orientale che hanno avuto un forte slancio nel 2016. La Polonia è salita al quinto posto in classifica, attirando 256 progetti, con un aumento del 21%, mentre 110 progetti hanno riguardato la Repubblica Ceca, e ottimi risultati si sono registrati anche in Ungheria e Slovacchia. In particolare l'Europa centrale è diventata punto di riferimento per i costruttori automobilistici europei, che aprono sempre più stabilimenti in paesi come la Slovacchia.
Rilancio anche per l'Europa meridionale nel 2016. Gli afflussi di IDE verso l'Italia, il Portogallo e la Spagna sono aumentati di oltre il 24% anno su anno. Nel nostro Paese, sedicesimo nella classifica europea, una ricca offerta di giovani qualificati e costi immobiliari accessibili ha contribuito ad attrarre nuovi investimenti esteri. Qui si è registrato un aumento degli investimenti diretti del 62% rispetto all'anno precedente. Tali investimenti provengono principalmente da Stati Uniti e da altri Paesi europei, mentre resta ancora bassa la quota di investimenti cinesi (2%).