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23 Oct 17

ALLA FORTE PRESENZA DI IMPRESE MULTINAZIONALI ED ESTERE SI AFFIANZA UNA RICCA E DINAMICA COMPAGINE DI PMI CON UNA ELEVATA PREDISPOSIZIONE ALL'EXPORT.

Per Mauro Gola, Presidente di Confindustria Cuneo, il potenziamento delle dotazioni infrastrutturali potrà dare nuovo impulso alla crescita dell’area.
Nel nostro sito diamo voce a tutti i vertici delle associazioni territoriali di Confindustria, in concomitanza con gli appuntamenti del road show per promuovere il progetto Elite organizzato dalla Confederazione.

Quali sono i punti di forza del vostro tessuto imprenditoriale?
Alla base del successo del modello economico cuneese c’è la capacità del suo tessuto imprenditoriale di coniugare l’industria con una forte vocazione agricola. La provincia di Cuneo si presenta, infatti, come una realtà produttiva molto diversificata. Alla forte presenza di imprese multinazionali indigene ed estere si affianca una ricca e dinamica compagine di piccole e medie imprese con una elevata predisposizione all’export e una forte motivazione all’innovazione. Per queste sue peculiarità, alla fine del 2016 Cuneo è riuscita a recuperare il livello di produzione pre-crisi, con un valore del 2% al di sopra dei livelli del 2007.
Il comparto manifatturiero contribuisce per il 33% al valore aggiunto cuneese, che nel 2016 ha raggiunto i 16,3 miliardi di euro. Nel 2016 le aziende manifatturiere hanno esportato merci per un valore di 6,5 miliardi di euro.
La provincia di Cuneo costituisce la cerniera tra le direttrici dei traffici verso Nizza e il sud della Francia e verso Savona e i porti liguri, elemento che costituirebbe un’ulteriore opportunità di sviluppo dell’area in presenza di dotazioni infrastrutturali adeguate ad oggi ancora inadeguate.

Quante sono le aziende e gli addetti?
In base ai dati InfoCamere al 31.12. 2016 le imprese attive nel cuneese erano 69.470 con un tasso di crescita tendenziale sostanzialmente nullo (-0,05%). A livello settoriale, il 9,3% delle imprese opera nel manifatturiero, il 13,8% nelle costruzioni, il 21% nei servizi, il 18,4% nel commercio, il 5,6% nel turismo e il 29,7% nell’agricoltura.
Gli addetti nelle imprese manifatturiere sono circa 58 mila.

Quali sono le specializzazioni del territorio?
La provincia di Cuneo vanta una forte specializzazione nei settori agroalimentare, metalmeccanica, turismo e cultura enogastronomica.
Il cluster agroalimentare comprende le imprese agricole e quelle industriali di lavorazione dei prodotti agricoli, le imprese meccaniche che lavorano direttamente al servizio delle imprese agricole e dell’agro-industria, i servizi correlati. L’agroalimentare rappresenta il 4,2% del valore aggiunto prodotto in provincia di Cuneo, valore che risulta essere quasi tre volte superiore a quello regionale e quasi doppio rispetto a quello nazionale. Le esportazioni del settore agroalimentare nel 2016 sono pari a 2,1 miliardi di euro, il 33% del totale.
Il settore della meccanica è, insieme all’agroalimentare, la principale vocazione produttiva del territorio e riguarda, in particolare, le attività della metallurgia e della produzione di macchinari e i servizi dedicati. Le esportazioni del settore meccanico sono pari a 2,7 miliardi di euro, il 42% del totale.

Cosa vorreste fare per essere un ecosistema sempre più solido e competitivo?
Investire in innovazione, intesa non solo come capitale fisico, ma anche come capitale intangibile, umano ed intellettuale, è indispensabile per riportare le nostre imprese, e di riflesso il nostro Paese, su un sentiero di crescita solido e duraturo. Ciò richiede una visione sistemica in grado di coinvolgere i vari attori. In questo senso, il Piano Nazionale Industria 4.0 rappresenta un’occasione irrinunciabile di rilancio per la competitività dell’economia nazionale e locale, anche attraverso una più stretta valorizzazione delle relazioni e delle sinergie tra grande impresa, PMI, università, mondo della formazione e tessuto socio-economico. Per questa ragione Confindustria Cuneo ha fin da subito promosso e sostenuto il Piano Industria 4.0 attraverso la creazione di uno Sportello di assistenza per richieste di agevolazioni fiscali, verifiche di ammissibilità e certificazione degli investimenti e partecipa al Digital Innovation Hub Piemonte per offrire consulenza strategica alle imprese.
Quali sono, secondo lei, i principali ostacoli alla crescita delle piccole e medie aziende?
I fattori che inibiscono la capacità di crescere delle piccole e medie imprese sono numerosi e tra loro interdipendenti. Un ruolo importante è rivestito certamente dalla natura familiare della proprietà e, in particolare, dalle difficoltà connaturate al passaggio generazionale. A sua volta, il contesto istituzionale (elevati oneri burocratici, complessità della regolamentazione e delle procedure amministrative, inefficienze del sistema giudiziario) può disincentivare per diverse vie la crescita delle PMI.
Quanta familiarità hanno le aziende del territorio relativamente al mercato dei capitali inteso come alternativa al finanziamento bancario?
Nel territorio ci sono state alcune operazioni di Private Equity e di emissione di Mini Bond, negli ultimi anni è infatti aumentata la consapevolezza della necessità di ripensare i modelli di finanziamento. Soprattutto le PMI presentano però ancora un indebitamento concentrato soprattutto sul finanziamento bancario che, ad oggi, ha ancora il vantaggio di avere tassi inferiori rispetto alle fonti alternative di finanziamento.
Le aziende, secondo lei, sono pronte al cambiamento e ad aprirsi al mercato aderendo al progetto ELITE?
Le aziende più dinamiche e più organizzate sono pronte al cambiamento. Abbiamo deciso di attivare il Desk territoriale del progetto Elite per stimolarle ad intraprendere un percorso di crescita strutturato e per far conoscere questa opportunità anche ad aziende meno preparate, ma con grandi potenzialità.
Le aziende del territorio si stanno internazionalizzando e facendo acquisizioni all’estero?
Le aziende del territorio, di fronte alla stagnazione del mercato interno degli anni della crisi, hanno continuato a creare sviluppo e benessere grazie all’export. L’internazionalizzazione delle imprese del territorio è, inoltre, testimoniata dal numero di richieste al nostro servizio Estero, che risulta in costante crescita. Da una nostra recente indagine, risulta che circa il 13% delle imprese ha un fatturato estero superiore al 60%. Alcune delle aziende più internazionalizzate, vantano o hanno in corso acquisizioni in quei mercati in cui la loro presenza è più consolidata.
Quali sono i fattori che hanno consentito di farlo e quali sono quelli che permettono di farlo di più?
Sicuramente innovazione e ICT hanno facilitato le relazioni commerciali internazionali e la gestione delle aziende con unità geograficamente distaccate, favorendo una crescente integrazione dell’economia mondiale.
Le PMI che intendano rafforzare il proprio posizionamento o consolidare la propria crescita all’estero, tuttavia, non possono prescindere da una strategia di internazionalizzazione strutturata, che vada ben al di là del perseguire profitti attraverso una gestione occasionale dei rapporti con l’estero. L’internazionalizzazione è una strategia di diversificazione premiante solo se adeguatamente pianificata e condotta con metodo e attenzione al contesto in cui si opera.